Sto frequentando tardivamente l´universitá.
Avrei tante cose da dire….
Una delle tesi piú sbandierate da molti professori e professoresse é questa:
"Non puoi rompere i codici del linguaggio, non puoi andare oltre, se prima non li conosci, se prima non lo conosci il linguaggio".
Tutti gli studenti prendono per buona questa tesi anche perché sembra proprio vera. Sembra logicamente vera, inoppugnabile, ma secondo me é falsa o almeno, non é vera.
Direi anche di piú, secondo me, é molto probabile che la veritá si possa trovare nella tesi contraria e cioé:
"Si é piú liberi di rompere gli schemi del linguaggio quando non conosci esattamente il punto di rottura, in sostanza meno conosci il linguaggio piú hai la possibilitá-capacitá di andarci oltre".
Per cercare di rendere l´idea di quello che voglio dire devo guardare alle mie esperienze.
Se analizzo le vicende degli ultimi 20 anni anni della mia vita vedo che mi é capitato tante volte di aver agito senza la conoscenza, o che la conoscenza arrivasse attraverso l’azione, un processo inverso a quello insegnato dai professori. Per esempio, mi sono approcciato alla musica senza conoscere né la teoria musicale né la sua storia, un approccio istintivo, probabilmente limitato(ma quale approccio non lo é?) che non si preoccupava del linguaggio e del suo superamento ma inventava il linguaggio nell’ignoranza. Oggi, che il linguaggio presumo di conoscerlo meglio perché lo studio(e capirai!), non posso non riconoscere che nonostante queste lacune cognitive e forse proprio per questo, io mi sentissi molto libero nella relazione con lo strumento, e con le note. Non mi ponevo il problema di quale fosse il limite oltre il quale il linguaggio sarebbe stato superato, a limitare il mio rapporto con la musica c´erano le convenzioni e la morale di questa societá. In altre parole quando prendi una chitarra in mano e da perfetto ignorante non sai che per comporre un accordo di "Do" devi mettere il dito indice in un determinato posto, il medio in un altro e l´anulare in un altro ancora, quando al massimo sai che Hendrix teneva il manico della chitarra a destra, non significa che non puoi suonare, anzi, quando non sei condizionato dalle teorie e dalla storia, é proprio questo il momento in cui la massima creativitá puo essere espressa.
Ho "cantato" in tre gruppi senza aver mai studiato canto, e si sentiva, senza aver mai studiato il modo di muovermi sul palco, e si vedeva, ma se ascolto quello che urlavo o ricordo quello che facevo sul palco, mi rendo conto della enorme libertá improvvisativa, una libertá che generava linguaggio, che lo superava e che superava anche il superato.
C´é qualcuno che puó suggerirmi un libro su questo tema?