Ho appena finito di sistemare e autoprodurre un altro libretto:
“Il butoh quadrato“.
Questo è l’intro.
Ci sono momenti della vita che riconosciamo come importanti.
Momenti nei quali qualcosa di insolito e inaspettato accade.
Momenti che ti segnano in senso positivo o negativo, o che non si sa in quale senso.In sostanza, sono i momenti, passati i quali ti senti diverso, se non proprio cambiato, diverso.
Tre, per adesso, sono i momenti più importanti della mia vita:
-la sberla, non meritata, ricevuta in terza elementare dal maestro fascista Belluati;
-il primo gol(di sinistro) mentre giocavo con la squadra pulcini del Ceriale;
-il laboratorio di Butoh oggetto di questo scritto.
Tutto quello che è successo tra e dopo questi momenti, è stato conseguente.
Il testo che avete tra le mani è un’alleggerimento, una elaborazione, della Tesi di laurea che ho discusso(si fa per dire) alla fine del mio triennio di studi al Dams di Imperia e che si intitolava “Buto(s). L’esperienza di Ryuzo Fukuhara”.
Ho cercato di ripulirla, togliere il più possibile i toni accademici propri di una tesi di laurea, ma ugualmente qualcosa è rimasto. Tappati il naso.
Ho eliminato completamente la terza parte della Tesi, cioè un’intervista, a mio parere molto interessante, a Ryuzo, perchè avrebbe reso lo scritto ridondante (ma la trovi qui).
Ho tolto anche tutta la parte in cui erano elencati, giorno dopo giorno, gli esercizi svolti perchè era noiosissima e volevo risparmiare carta e ho tolto anche l’elenco autocelebrativo delle mie performances.
Un consiglio: non provare a trovare un senso al titolo di questo libretto. Se lo trovi, bene, se non lo trovi, va bene lo stesso, non ti preoccupare.
Se vuoi la versione cartecea del libretto scrivimi:
buconero@autoproduzioni.net