Ho cominciato a leggere sul serio molto tardi, verso i 30 anni, colpa del fatto che prima non riuscivo a stare fermo. Stare seduto con un libro o con una penna in mano era una faticaccia, troppe cose da fare, come per esempio buttarmi giù da un palco o zigzagare su uno skate per le lisce vie della mia pseudo cittadina.
Leggere e scrivere non sono attività salutari: stare fermi, in posizioni non naturali, con lo sguardo incollato ad uno schermo, con le gambe incrociate e le braccia rigide. Anche per questo non leggevo molto.
Unici momenti in cui mi sentivo autorizzato a leggere erano i frequenti viaggi in treno, ma altrimenti mi lasciavo sopraffare dal movimento.
Comunque sia, quello sotto è un elenco molto selezionato di titoli che mi hanno segnato, che mi hanno formato, che mi hanno cambiato e che continuano a stare con me.
In ordine alfabetico:
-Autori vari: “Anarres” tutti i numeri della rivista libertaria edita alla fine degli anni 80;
-Giorgio Antonucci: “Il pregiudizio psichiatrico” (Eleuthera);
-Bob Black: “L’abolizione del lavoro” (Nautilus);
-Giuseppe Bucalo: “Dietro ogni scemo c’è un villaggio” (Sicilia punto L
edizioni);
-Pippo Carrubba: “Il posto fisso” (L’alternativa);
-Masanobu Fukuoka: “La rivoluzione del filo di paglia” (Libreria Editrice
Fiorentina);
-Ursula Le Guin: “I reietti dell’altro pianeta” (Nord edizioni);
-Errico Malatesta: tutto;
-Enrico Manicardi: “Liberi dalla civiltà” (Mimesis edizioni);
-José Peirats: “La CNT nella rivoluzione spagnola” quattro volumi (Edizioni Antistato);
-Marge Pierce: “Sul filo del tempo” (Eleuthera);
-Peter Singer: “Liberazione animale” (Lega anti vivisezione);
-Tuiavii di Tiavea: “Papalagi” (Stampa alternativa);
-Cristina Valenti(a cura di): “Conversazioni con Judith Malina” (Eleuthera).
-Nanni Balestrini: “Vogliamo tutto” (Feltrinelli)
Sono tutti titoli presenti nella biblioteca popolare nomade.