Le cose potrebbero essere due, o è nato già grande e lo hanno messo subito in quinta elementare, oppure, non si sa quando e dove, per qualche ragione misteriosa, la sua vita si è fermata, congelata, per una decina d’anni. Non si ricorda, anche se ammette un buco di memoria tra il 1993 e il 2003. Fattostà che lui si sente come fosse sempre in ritardo, di dieci anni appunto, sempre anacronistico. Per lui tutto inizia quando gli altri hanno già quasi finito, come essere invitato a cena e arrivare quando tutti bevono il caffè, perde anche il dessert, oppure come vedere un film iniziando dai titoli di coda.
Gli capita spesso di raccogliere le briciole, di vedere il colpo di coda, di prendere l’ultimo treno utile o di giungere dove da poco si è consumato un grande evento, trovare solo carta straccia portata via dal vento e gente con la scopa in mano.
Ha la faccia della delusione, di uno che arriva a Woodstock quando Hendrix sta finendo di suonare.
La battuta, quella giusta, gli manca sempre o arriva con quel terribile ritardo che la fa diventare sterile; forse ha preso da suo nonno, stessa indole e stesso identico nome, che ti rispondeva il giorno dopo.
Naturalmente dimostra qualche anno di meno, sembra più giovane, perchè in effetti lo è, ma non pensare che sembrar più giovane sia un vantaggio: quando aveva diciottanni ne dimostrava circa dieci, sembrava un bambino prodigio, con le donne aveva difficoltà, non veniva preso sul serio, colpa anche dell’acne e dell’eiaculazione, quella sì precoce.
Anche nel mondo del lavoro è sempre stato preso sottogamba e forse anche per questo che ha deciso, con qualche anno di ritardo ovviamente, di starne fuori.
Quando lo vedete in giro vuol dire che qualcosa è già successo, generalmente arriva fuori tempo massimo.
Ieri mi ha confidato che è stanco di quest’andazzo e che ha deciso di non andare più da nessuna parte, così non ci rimane male, e poi tanto ultimamente non succede lo stesso un cazzo. Mi ha detto che, visto che in ritardo lui ci vive, tanto vale fermarsi qualche anno, da qualche parte a fare niente, solo aspettare di venir doppiato, così poi gli sembrerà di essere in testa, per spararsi gli ultimi 100 metri riposato, che sarà un piacere.
l’uomo che viveva in ritardo
Gennaio 22nd, 2012 | fuori buco