cose da dire (3)

Terza puntata.

Apro una parentesi.
Un modo di esprimermi l’ho sempre trovato anche nella produzione e nella diffusione di musica e fanzines (prima) e libri e riviste (poi).
Riguardo la mia esperienza con i vinili e le fanzines ci potrei scrivere per ore. Prima o poi lo farò.
Anche il libro ha rivestito un ruolo importante nella mia originale vita (“originale” nel senso di “personale” ed “unica” cioè solo mia).
Alcuni libri mi hanno letteralmente sconvolto, ma di centinaia e centinaia ne ho letto solo poche pagine, o poche righe, e poi li ho mollati, annoiato.
Non posso dire quindi di essere stato un lettore accanito; libri ne ho letti (pochi romanzi e pochi classici), ma non sono un esperto lettore.
Succede, riguardo i libri, la stessa cosa che mi succedeva quando dicevo di suonare uno strumento o di cantare, che mi chiedevano di fare un pezzo dei Beatles o dei Deep Purple o di cantare una canzone di Guccini. Dicevo loro che non sapevo suonarli o cantarli, che suonavo e cantavo solo pezzi miei. Che più che cantare, urlavo.
Adesso mi chiedono se ho letto l’ultimo di Carofiglio ed io rispondo di non conoscere Carofiglio, per dire.
Non sono diventato un cantante e non sono diventato uno scrittore, come d’altronde non sono mai diventato un attore o un danzatore.
Potrebbe far ridere qualcuno, ma a me è sempre piaciuto confezionare pacchetti, spedire e ricevere lettere, sorprendere il destinatario con piccoli regali inaspettati.
E’ sempre stato un altro modo di esprimermi.
Un mio modo per incontrare persone in altre dimensioni.
Nel confezionare pacchetti trovavo una pace interiore inaspettata.
Sorprendentemente, anche passare molto tempo in Posta mi ha sempre rilassato. Adesso, purtroppo, meno.
E non lo facevo per soldi e neppure per intortare le persone.
Secondo me questo è amore.
Chiusa parentesi.
(Continua)