mi hanno fregato

Quando un lavoratore va in pensione, quando viene licenziato, e anche quando, come ho fatto io, interrompe volontariamente un contratto di lavoro, cioé si licenzia, ogni qual volta succede questo, egli ha diritto ad una piú o meno consistente buona uscita: la liquidazione.
A me, che avevo lavorato quasi 8 anni per le Ferrovie dello Stato, spettarono circa 13 milioni di lire.
Non mi sono messo a fare i conti, li ho presi e me ne sono andato.
Voi che avreste fatto?
Tredici milioni non sono tanti, ma sono molti, ed in ogni caso sono soldi veri, che mi venivano accreditati sul conto corrente bancario.
Ora, quei soldi, che erano miei, che mi sono intascato, una parte, circa il 30%, li ho spesi subito (cazzi miei;), e l´altra parte me li sono tenuti, cioé li ho tenuti in banca, che non é bello, lo so.

Qualche giorno fa ho saputo che un conoscente, un compagno, ha recensito nel seguente modo il mio splendido libretto ("Il buco quadrato" nda):
"E´ facile parlare per lui che ha preso la liquidazione…….".
Anche se il suo ragionamento sicuramente sará stato piú articolato, questa era la sostanza, questo mi é arrivato.
Non voglio sprecare tempo a rispondergli, la sua tesi é lacunosa, fors’anche una cazzata, ma per me questa polemica diventa un pretesto per riflettere sull´argomento.


Credo sia piuttosto diffusa l´opinione che se hai dei soldi, se hai dei risparmi o se addirittura hai delle proprietá, non sei piú puro, non puoi essere anarchico, non puoi sognare una societá anarchica, o per meglio dire, piú sei nullatenente e piú puoi arrogarti il diritto di arrabbiarti e volere la rivoluzione.
Lo sanno tutti che é una cazzata, lo sanno tutti che non sono i soldi il problema ma quello che importa é come li hai ottenuti, tra l´altro Bakunin era benestante ed anche Marx non se la passava tanto male.
E’ un modo di pensare peró molto piú radicato e strisciante di quello che si crede.


In teoria sono anche d´accordo, voglio dire, teoricamente meno possiedi piú sei libero, piú i tuoi mobili in casa sono leggeri, piú facili saranno i traslochi, piú la tua automobile é piccola e piú agevole la ricerca di un parcheggio, e vuoi mettere che libertá se hai un motorino! Si spende meno di bollo e di assicurazione, piú facile sorpassare.
E poi, i soldi, passano di mano in mano, si sporcano di unto, sudore e sangue, anche di sangue, e sfruttamento. Possedere soldi ti sporca, non possiamo negare d´essere tutti dei ricettatori, ma proprio tutti.
E che lo siamo tutti non significa che non lo é nessuno.


I soldi viaggiano di borsetta in borsello, vengono investiti, scippati, consegnati, rubati, elargiti, elemosinati e in ogni passaggio di mano si caricano di esperienze, spesso e volentieri drammatiche.
Non so da dove arrivano questi 10 euro, so solo che me li ha dati di resto il pizzicagnolo sotto casa. Una volta c´erano le Lire, ed eravamo certi che non arrivavano da troppo lontano, le banconote parlavano tutte la stessa lingua ed erano intrise di dolore e sudiciume italiano.
Adesso che c´é l´Euro e questa grande libertá di movimento, i soldi si spostano fino alla periferia del continente, e questi 10 euro, per quanto ne so io, potrebbero anche essere arrivati dall´Olanda passando per il valico di Brogeda, ed é probabile che stiano viaggiando da sette anni, che abbiano comprato di tutto, che se la siano tirata, che abbiano fatto la bella vita, e che, nella migliore delle ipotesi, potrebbero anche essere falsi.
Io ci credo all´energia delle persone e anche delle cose.
I soldi secondo me hanno un´energia negativa, se non altro perché circolano in questa societá, e quindi presumo che averne molti non faccia poi cosí bene.


Vabbé, se avessi rifiutato quei tredici milioni non sarebbe successo niente, sarei stato considerato ancora piú coglione ma, quel che piú conta, quei soldi non sarebbero spariti(pluff…non ci sono piú), sarebbero rimasti a disposizione dello Stato, della Banca d´Italia, una brutta fine o un pessimo inizio, direi, forse con quei soldi avrebbero comprato bombe da lanciare su Sarajevo.
A parte questo, una cosa che non ho fatto, e che invece avrei dovuto fare, é tentare di far diventare quei soldi qualcos´altro, cioé tentare una grande opera di purificazione: prima una bella passata in lavatrice, poi stesi ad asciugare sotto il sole per una settimana, poi lasciati qualche mese vicino ad una malachite, quindi, rigenerati come´erano e ben indottrinati, rimessi sul mercato, con un acquisto equo e solidale, una sorta di avanguardia monetaria per distruggere dall´interno la societá capitalistica.
Invece niente, qualche anno fa, con quei soldi ho comprato delle azioni, e mi hanno fregato.

1 comment so far ↓

#1 paoletta degli Attrito on 11.13.10 at 1:39 pm

Salve! Tana!(quella che libera tutti, di certo fatta di terrapieni di danza cosparsi di poesia in fioritura e marcescenza) O meraviglia delle meraviglie! sei proprio tu la voce più bella di tutta la scena hardcore; e che la tua voce fosse la più bella è molto ben rivelato anche negli scritti, schietti e riflessivi, dall’emozione al senso, dal corpo allo spirito… continua!
Ciao Vito caro, mai creduto al caso, sempre avvilita e affaticata dal rilevare quante sincronie e simultaneità di senso sono contenute in ogni istante della vita quotidiana e moltiplicantesi nelle relazioni. Ti leggerò ancora, tu scrivimi se ti và; anch’io scrivo come sai ma non me la sento di avere un blog, scrivo molto a matita, e quando la grafite diventa diamante, lo scritto scompare… l’impermanenza di tutte le cose, una certa eternità. Ho ripreso anche la danza, negli ultimi anni, e faccio danza buto perloppiù. Ho pianto leggendoti e quando hai nominato Franco, così ho visto un’evidenza troppo estesa per essere percepita, che amo vero e proprio, semplice e onesto tutti i compagni che ho conosciuto nella loro bellezza e unicità, e non è il tempo che passa, il tempo ci tiene uniti con disinteressata costanza e coerenza. M’impiccio anche di teatro, quindi adesso ti saluto e vado a sbirciare ancora nell’indice che mi pare d’aver letto un “teatroAttrito”, curiosa e serena, come al solito, un’eterna gita in campagna… ma è appena andato via il cantante dei redhouse (il gruppo ska che è nato in quest’occupazione dove ancora vivo) è passato per il caffè e per raccontarmi che ieri ha tirato giù dalla corda di tende alla quale si era appeso, un suo amico (una figura tipica di questo quartiere, tanto carcere, fuori e dentro il carcere), appena in tempo dice, in casa sua, mentre lui era uscito. Dunque la mia giornata è cominciata. Adesso mi getto nella meditazione -la mia mischia preferita- anche grazie a questo io “non l’ammischio” né l’ho mai ammischiata”. Grazie grazie e vado anche a ringraziare
colui che mi ha linkato il tuo blog. A presto spero tanto, e baci forti e acuti, urli di cuore. paola