Mio padre non era un militante rivoluzionario, non era un illustre filosofo o un musicista geniale, non era neppure una persona violenta, non ha mai alzato un dito su nessuno, e non ha avuto una vita travagliata. Era un carpentiere.
Ha vissuto la sua vita: emigrato al nord, lavorato anche troppo, messo su famiglia, avuto due figli, costruito una casa e se ne è andato, per fortuna, prima che cominciasse questo cazzo di periodo di merda.
Con i testi che ho scritto dopo la sua morte, ci ho fatto un’azione teatrale, un monologo(no letture) con interventi corporei, della durata di un’ora circa. Non è un racconto biografico, sono immagini, quadri, visioni, è prosa poetica.
Visto l’argomento e le atmosfere che cerco di creare, ho pensato fosse una buona idea propormi per situazioni anche non canoniche. Sono disponibile a portare questa creazione, oltre che in piccoli teatri e spazi di movimento, anche in luoghi che solitamente non danno spazio ad eventi teatrali: nelle case, nelle cantine, nei giardini….La cosa importante è che siano luoghi raccolti dove ci si possa raccogliere.
Per ulteriori informazioni: murosecco@autistici.org
Le scarpe di mio padre
Luglio 9th, 2020 | fuori buco